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venerdì 12 ottobre 2018

Alphonse Marie Mucha

Alfons Maria Mucha, originario della Repubblica Ceca, è stato uno dei più importanti artisti dell'Art Nouveau. 

Da bambino manifestò un grande talento per il canto ma, col passare degli anni, dimostrò maggiore abilità sia nel disegno sia nella pittura. Benché gli fu rifiutata la richiesta di ammissione all'Accademia di Belle Arti di Praga, si trasferì a Vienna dove lavorò, comunque, come pittore scenografo per una prestigiosa compagnia teatrale.

Ma fu a Parigi, a partire dal 1886, che Mucha consacrò la sua fama, lavorando intensamente come illustratore. In particolare dipinse numerosissimi manifesti pubblicitari per rappresentazioni teatrali ma anche per prodotti di uso comune, come polvere da bucato o saponette, nonché per le più note aziende dell'epoca, quali Nestlé e Moët & Chandon. 
I suoi poster, simbolo della presenza dell'arte nelle strade, erano affissi nelle bacheche cittadine e, grazie all'utilizzo massiccio di colori sgargianti e caratteri in grassetto, combattevano il grigiore delle città.
Le sue composizioni, in genere, ruotano attorno alla figura femminile, riccamente decorata: la policromia degli ornamenti delle fanciulle e lo sfondo carico di calore e di toni dorati suggeriscono un' atmosfera lussuosa ed elegante.
La sua opera lo portò a lavorare in tutto il mondo e l'immensa folla che seguì il suo funerale, a Praga nel luglio del 1939, dimostrò tutto l'apprezzamento del pubblico nei confronti di questo impareggiabile, grande artista.
Per omaggiarlo ho scelto "La Blonde" del 1897, una composizione simile ad un medaglione, parte di un dittico, tra le creazioni più conosciute di Mucha. L' incanto è dovuto soprattutto al lussuoso copricapo che evoca lo splendore scomparso della cultura bizantina, recante una sorta di placca rotonda, in oro e blù. A questa mi sono ispirata per la realizzazione di un paio di orecchini, modellando e dipingendo a mano, con colori acrilici, pigmenti e microperle, della pasta polimerica su supporti metallici di forma rotonda.




Per questi altri orecchini, invece, ho scelto "Music" del 1898 reinterpretando il motivo decorativo circolare che fa da sfondo alla fanciulla. Su supporto metallico, la base è in pasta polimerica, modellata e dipinta a mano con colori acrilici e pigmenti metallici, impreziositi da piccoli strass bianchi.






L'Onda di Hokusai

Katsushika Hokusai è stato un pittore e incisore giapponese deve la sua fama principalmente alle stampe.

Soprannominato "il vecchio pazzo per la pittura" Hokusai ebbe una carriera lunga più di sessant'anni, ma molto travagliata, soprattutto dal punto di vista economico.
Negli anni esplorò varie forme d'arte producendo dalle xilografie a soggetto teatrale, alle stampe augurali,ai manuali di disegno fino alla realizzazione di serie paesaggistiche, come le Vedute di ponti famosi, Cascate famose in varie province, Cento vedute del Monte Fuji e Trentasei vedute del Monte Fuji.
Forse l'opera più nota dell'artista, collegata a questa serie, è la "Grande onda di Kanagawa". E' una xilografia in stile ukiyo-e (un genere di stampa su carta, impressa con matrici di legno) pubblicata la prima volta nel 1830. Raffigura un'onda tempestosa che minaccia alcune imbarcazioni nel mare, al largo di una zona dell'odierna Kanagawa;  sullo sfondo compare il Monte Fuji, caratteristica di questa serie. Diverse copie dell'opera sono conservate in svariati musei del mondo.
Il mio omaggio all'artista è in un ciondolo, su base metallica, realizzato in pasta polimerica, modellata e dipinta a mano, raffigurante un particolare di questo quadro.









giovedì 4 ottobre 2018

Il Tau

Il TAU è conosciuto,  oggigiorno,  come un simbolo religioso, dal profondo ed antichissimo significato.
"Tau" è l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico e, in passato, rappresentava il compimento dell'intera parola rivelata di Dio. Se ne parla già nell' Antico Testamento,  con il Profeta Ezechiele che imprime il "sigillo" del TAU sulla fronte ai fedeli, quale segno degli appartenenti al popolo scelto da Dio. 
Più tardi, i primi scrittori cristiani, utilizzarono la versione greca della lettera, in cui TAU veniva scritto T. 
Ma questo segno fu adottato prestissimo dai cristiani,  come immagine simbolica, per un duplice motivo: come ultima lettera dell'alfabeto ebraico,  profezia della fine di tutto,  e come rappresentazione della croce di Cristo, compimento delle promesse dell' Antico Testamento. 
Molto più tardi San Francesco ne fece la sua firma, combinando l'antico significato della fedeltà, per tutta la vita, al credo, con il comandamento di servire gli ultimi, i lebbrosi del suo tempo.
Il TAU francescano è in legno, in riferimento al materiale di cui era fatta la croce di Cristo,  materiale semplice e non prezioso. 
Il Tau che propongo è un piccolo ciondolo in pasta polimerica,  modellata e dipinta a mano con pigmenti liberi e colori acrilici.